Bagnile


Giovanni Solfrini, 32 anni. Colono, partigiano della 29a GAP.

Luigi Benini, 28 anni. Impiegato, partigiano della 29a GAP.

Angelo Sasselli, 29 anni. Colono, partigiano della 29a GAP.
Negli ultimi giorni di permanenza dei tedeschi nel territorio di Cesena, partigiani e civili ne catturarono alcuni alcuni e li consegnarono alle truppe alleate. Giovanni Solfrini, attivo nel movimento partigiano della zona, fece prigioniero un militare tedesco e lo rinchiuse nella propria abitazione, ma il questo riuscì a fuggire e ad avvisare i suoi compagni. In seguito a tale avvenimento, e ad altri sospetti sulla popolazione di Bagnile, i tedeschi effettuarono un rastrellamento radunando alcune persone e concentrandole dietro a una casa. Di questi, tre fermati furono uccisi: Giovanni Solfrini, Luigi Benini e Angelo Sasselli.

Fonte: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=4928

Gattolino

Fra quelli che aderiscono al movimento partigiano si ricorda il diciassettenne Vittorio Belli della 29ª brigata “Gastone Sozzi”.
Rastrellato dai tedeschi e adibito a lavori di fortificazione lungo la via Cervese, Belli muore il 13 ottobre 1944 all’ospedale […] di Cesena, dove era stato ricoverato, per le ferite causate dalle schegge d’una granata, da cui era stato colpito qualche giorno prima, mentre lavorava sotto l’oppressione tedesca.

Roncofreddo


Attilio Santini, anni 39, operaio.

Armando Santini, anni 34, falegname.

Paolo Gobbi, anni 62.
Il 4 ottobre 1944 alcuni militari indiani appartenenti al contingente britannico giunsero a casa Gobbi nei pressi di San Martino (FC) e furono accolti con gioia dagli italiani presenti.
Alcuni tedeschi attaccarono casa Gobbi facendo prigionieri Paolo Gobbi, Armando, Attilio e Davide Santini, accusati di essere favoreggiatori degli Alleati. Questi furono costretti a seguire i militari per trasportare un soldato indiano rimasto ferito.
Davide Santini, non riuscendo a seguire il gruppo, fu lasciato libero di tornare a casa, mentre gli altri furono costretti ad arrivare fino all’ospedale da campo di Santa Paola e poi a casa Fabbri presso Castiglione di Roncofreddo (FC).
Qui, nel pomeriggio del 4 ottobre 1944, secondo una prima ricostruzione, Paolo Gobbi e Armando Santini furono fucilati in una vigna dopo essere stati costretti a scavarsi la fossa, mentre Attilio Santini venne fucilato nella serata dello stesso giorno. Una fonte differente, invece, racconta che i tre uomini furono uccisi nello stesso momento.

Fonte: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5501

Carpineta


Guido Renzi, 24 anni. Perito industriale impiegato di Borghi. Partigiano.

Mario Renzi, 32 anni. Agricoltore di Borghi. Partigiano.

Raffaele Gnudi, 34 anni. Meccanico di Borghi. Partigiano.

Guerrino Vandi, 29 anni. Partigiano di Viserba.
Il 27 settembre 1944 una pattuglia di militari indiani appartenenti al contingente britannico giunse a San Martino, lungo la rotabile Borghi-Sogliano, strada che divideva lo schieramento tedesco da quello alleato. Gli alleati furono accolti con gioia dagli abitanti di casa Renzi e da altri civili rifugiati nelle grotte nel tufo vicino all’abitazione.
Alcuni tedeschi attaccarono casa Renzi e, al termine dell’azione, costrinsero cinque uomini italiani, Raffaele Gnudi, Guerrino Vandi, i due cugini Renzi, Guido e Mario, e l’anziano padrone di Casa Adamo Renzi, a seguirli per trasportare i feriti all’ospedale da campo di Santa Paola. Questi erano accusati di essere favoreggiatori delle truppe alleate.
Solo Adamo Renzi fu lasciato libero di tornare a casa, mentre gli altri furono costretti a proseguire con i tedeschi fino a Carpineta, raggiunta dopo 3 giorni nel 30 settembre 1944. I prigionieri furono costretti a restare con i tedeschi nella sede del loro comando, insediato nell’abitazione della famiglia Strada.
Il 4 ottobre 1944 i quattro italiani prigionieri furono fucilati dai tedeschi dopo essere stati obbligati a scavarsi la fossa.
I loro corpi furono sepolti da alcuni civili nei pressi del luogo dell’uccisione; in seguito furono traslati nei cimiteri dei rispettivi luoghi di residenza.

Fonte: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5499

San Tommaso


Ubaldo Farabegoli, 18 anni. Partigiano.

Giuseppe Piraccini, 44 anni. Partigiano.

Amedeo Ridolfi, 25 anni. Colono di San Tommaso. Partigiano.

Augusto Ridolfi, 48 anni. Colono di San Tommaso. Partigiano.

Primo Ridolfi, 53 anni. Colono di San Tommaso. Partigiano.

Armando Vicini, 30 anni. Partigiano.
Nel settembre 1944 l’area di Madonna dell’Olivo, San Tommaso, Monte Leone fu occupata dalla 278° Divisione di fanteria comandata dal generale Hoppe. Dal deposito della Divisione furono sottratte numerose armi. Il 26 settembre la gendarmeria aggregata alla divisione arrestò i residenti delle case vicine al deposito e li sottopose a “interrogatori”.
Vennero poi tutti rilasciati, tutti tranne sei uomini interrogati direttamente dal generale Hoppe. Dopo l’interrogatorio dei sei uomini non se ne seppe più nulla sino all’11 gennaio 1945 quando il contadino Bruno Antonucci, nel lavorare il podere in località San Tommaso, rinvenne sei corpi uccisi con un colpo di mazzetta alla nuca: Ubaldo Farabegoli, anni 19; Dino Piraccini, anni 44; Amedeo Ridolfi, anni 25; Augusto Ridolfi anni 48; Primo Ridolfi, anni 53; Armando Vicini, anni 30.

Fonte: Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena

San Giovanni in Galilea

Il 27 settembre 1944 Lucia Ambrogiani e il nipote di 10 anni si recarono al rifugio che era servito da abitazione alla loro famiglia dopo che i tedeschi li avevano cacciati da casa per installarvi un reparto in ritirata e che in quel momento era anch’esso occupato da una pattuglia di tedeschi. I militari cacciarono in malo modo la donna e il bambino che volevano prendere alcune cose di loro proprietà e Lucia Ambrogiani protestò. Mentre la donna e il nipote si allontanavano dal rifugio i tedeschi spararono loro addosso, uccidendo Lucia Ambrogiani.

Fonte: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5507

Rocca Malatestiana


Adamo Arcangeli, 24 anni. Partigiano di Cesenatico.

Urbano Fusconi, 21 anni. Meccanico di Cesena. Partigiano.

Gino Cecchini, 33 anni. Barbiere di Cesenatico. Partigiano.

Gino Quadrelli, 31 anni. Marinaio di Cesenatico. Partigiano.

Gino Sintoni, 32 anni. Colono di Cesena. Partigiano.

Urbano Sintoni, 37 anni. Manovale di Cesena. Partigiano.

Sebastiano Sacchetti, 32 anni. Operaio di Cesenatico. Partigiano.

Oberdan Trombetti, 35 anni. Partigiano di Bologna.
Nella seconda metà di agosto del 1944 le Brigate nere riuscirono a individuare un gruppo di marinai disertori che volevano unirsi alle formazioni partigiane (uccisi a Ponte Ruffio il 18 agosto 1944) e numerosi membri dei Gap della zona di Cesenatico.
Nei giorni attorno al 20 agosto 1944 i fascisti arrestarono Urbano e Gino Sintoni nella loro abitazione di Villalta di Cesenatico.
Sebastiano Sacchetti, Oberdan Trombetti, Gino Quadrelli e Gino Cecchini furono catturati nella casa di quest’ultimo a Bagnarola di Cesenatico: i quattro uomini erano fra i responsabili dell’affondamento di due barconi nel porto canale. L’episodio è risalente al luglio 1944, congegnato e attuato per evitare che i nazisti prendessero i barconi e li affondassero all’entrata del porto con lo scopo di impedire agli Alleati l’ingresso a Cesenatico.
Urbano Fusconi fu invece catturato a San Giorgio il 22 agosto 1944, quando i fascisti irruppero a casa del colono Colombo Barducci dove si era da poco conclusa una riunione di antifascisti tra cui il responsabile del CLN di Cesena Ernesto Barbieri. Fusconi riuscì a fuggire e a nascondersi, ma fu trovato e arrestato.
Tra gli arrestati di quei giorni vi erano anche Adamo Arcangeli, Dino Ricci, Dario e Clara Sintoni, fratello e sorella di Gino e Urbano e Iris Casadio, cognata dei Sintoni. Antonio Sintoni, marito di Iris e fratello di Gino e Urbano riuscì a fuggire.
In una relazione del settembre 1944 per il capo della provincia di Forlì stesa dal segretario del Fascio di Cesena Guido Garaffoni, si nominano tra gli arrestati: Maria Di Lorenzo, Afra Montanari, Giovanna Brandolini, Giuseppina Manuzzi, Pia Battistini, Mario Lumini, Giulio Pellicciari, Quinta Buccelli, Ester Buccelli, Armando Faraoni, Elmo Farnedi, Romeo Motta deportati in Germania.
Dei catturati, Arcangeli, i fratelli Urbano e Gino Sintoni, Trombetti, Quadrelli, Cecchini, Sacchetti e Fusconi furono condotti alla Rocca Malatestiana di Cesena e, dopo essere stati interrogati e torturati, la sera del 3 settembre 1944 furono portati nello sferisterio della Rocca, legati con un’unica fune,  e fucilati.

Fonte: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5524

Gattolino

Pietro Pironi, insegnante elementare di 22 anni, Partigiano dell’8ª Garibaldi, nel corso del grande rastrellamento di aprile, il giorno 16, veniva catturato dai tedeschi e inviato in campo di concentramento in Germania.
Durante la prigionia, fu inviato nell’Ennstal a tagliare un bosco e tentò la fuga assieme a Remo Sottili e Goffredo Bonciani, ripresi, furono condannati alla ghigliottina. Sentenza eseguita il 29 agosto 1944, prima di morire scrisse due lettere indirizzate alla fidanzata e allo zio.

San Giorgio


Colombo Barducci, 25 anni. Colono di Ronta e partigiano 29a Gap.

Ernesto Barbieri, 40 anni. Segretario del CLN di Cesena, originario di San Giorgio.
Nella seconda metà di agosto del 1944 le Brigate nere riuscirono, grazie alla collaborazione di alcuni delatori tra cui un ex partigiano catturato (secondo alcuni testimoni poteva trattarsi di un infiltrato), a individuare un gruppo di marinai disertori che volevano unirsi alle formazioni partigiane e numerosi membri dei Gap della zona di Cesenatico (FC), in parte uccisi. Nel corso delle operazioni che portarono agli arresti, il 22 agosto 1944 i fascisti, grazie ad una delazione, si presentarono a casa del colono Colombo Barducci al confine fra Ronta e San Giorgio (FC), dove si era appena conclusa una riunione di antifascisti. Colombo Barducci ed Ernesto Barbieri, segretario del CLN di Cesena tentarono di fuggire, ma i fascisti li uccisero. Secondo la documentazione dell’Anpi di Forlì-Cesena Barbieri restò ferito e fu un fascista a finirlo a colpi di pistola.

Fonte: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5543