Arnaldo Gaza, 19 anni. Marinaio di Cesenatico.
Tullio Giorgetti, 18 anni. Marinaio di Rimini.
Isacco Hakim, 27 anni. Commerciante di Bologna.
Rino Liverani, 18 anni. Marinaio di Imola.
Dino Ricci, 20 anni. Marinaio di Cesenatico.
Giuseppe Poggiali, 34 anni. Commerciante di Russi, maresciallo.
Angelo Prodi, 22 anni. Marinaio di Ravenna.
Guglielmo Zannuccoli, 18 anni. Bracciante di Cesenatico, marinaio.
Nella seconda metà di agosto del 1944 le Brigate nere riuscirono, grazie alla collaborazione di alcuni delatori, tra cui un ex partigiano catturato (secondo alcuni testimoni poteva trattarsi di un infiltrato), a individuare numerosi membri dei Gap della zona di Cesenatico e un gruppo di marinai disertori.
Il gruppo era composto dal maresciallo Giuseppe Poggiali e dai giovani Gino Gusella, Rino Liverani, Angelo Prodi, Tullio Giorgetti, Guglielmo Zannuccoli e Sauro Casali in servizio al semaforo marittimo militare di Cesenatico fino al suo smantellamento, dopo il quale il gruppo decise di disertare e di unirsi alle formazioni partigiane.
Per farlo presero contatto con antifascisti e partigiani della zona di Cesenatico e si spostarono nei dintorni di Cesena per partire per l’Appennino e raggiungere l’8ª brigata Garibaldi.
La sera del 18 agosto 1944 il gruppo, a cui si erano aggiunti altri tre uomini che volevano aggregarsi ai partigiani Dino Ricci, Arnaldo Gaza e Isacco “Sascia” Hakim, si trovava a Ponte Ruffio nella casa colonica della famiglia Pieri.
Qui, grazie ad una delazione di uno dei partigiani che aveva indirizzato i marinai in zona e che, dopo essere stato catturato, svolgeva il ruolo di informatore dei fascisti, venti o trenta brigatisti neri di Cesena (secondo alcune fonti unitamente ad alcuni tedeschi) raggiunsero i marinai e gli altri tre uomini che si erano uniti a loro, li fecero prigionieri e, legatili tutti insieme, li portarono al centro del ponte di Ruffio e li uccisero.
Sauro Casali si salvò perché all’arrivò dei fascisti si trovava fuori dalla casa e fuggì.
Gino Gusella fu legato con gli altri, ma fu solo ferito ad un braccio e si salvò fingendosi morto tra i corpi dei compagni.
Il gruppo era composto dal maresciallo Giuseppe Poggiali e dai giovani Gino Gusella, Rino Liverani, Angelo Prodi, Tullio Giorgetti, Guglielmo Zannuccoli e Sauro Casali in servizio al semaforo marittimo militare di Cesenatico fino al suo smantellamento, dopo il quale il gruppo decise di disertare e di unirsi alle formazioni partigiane.
Per farlo presero contatto con antifascisti e partigiani della zona di Cesenatico e si spostarono nei dintorni di Cesena per partire per l’Appennino e raggiungere l’8ª brigata Garibaldi.
La sera del 18 agosto 1944 il gruppo, a cui si erano aggiunti altri tre uomini che volevano aggregarsi ai partigiani Dino Ricci, Arnaldo Gaza e Isacco “Sascia” Hakim, si trovava a Ponte Ruffio nella casa colonica della famiglia Pieri.
Qui, grazie ad una delazione di uno dei partigiani che aveva indirizzato i marinai in zona e che, dopo essere stato catturato, svolgeva il ruolo di informatore dei fascisti, venti o trenta brigatisti neri di Cesena (secondo alcune fonti unitamente ad alcuni tedeschi) raggiunsero i marinai e gli altri tre uomini che si erano uniti a loro, li fecero prigionieri e, legatili tutti insieme, li portarono al centro del ponte di Ruffio e li uccisero.
Sauro Casali si salvò perché all’arrivò dei fascisti si trovava fuori dalla casa e fuggì.
Gino Gusella fu legato con gli altri, ma fu solo ferito ad un braccio e si salvò fingendosi morto tra i corpi dei compagni.
Fonte: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5537