Percorso lungo gravel - 103 km x 1750 mt di dislivello
Percorso impegnativo, della lunghezza di 103 km per 1750 metri di dislivello, che si snoda tra segmenti di strade bianche, i cippi e monumenti che ricordano le stragi nazifasciste e i borghi teatro degli scontri sulla Linea Christa che portarono alla Liberazione.
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Viale Carducci 20: monumento ai Caduti per La Resistenza
Timbro e carica di energie
Il primo e l’ultimo luogo che incontrerete lungo tutti i percorsi è mitico e nel cuore di tutti i cesenati: il @chiosko_giardini_savelli
Potete scegliere se fermarvi a timbrare alla partenza o all’arrivo, in ogni caso oltre a timbrare la tessera di cicloresistenti, sapranno ristorarvi con le loro loverie (dolci e salate per ogni gusto) o con una meritata birretta!
Via Montaletto 2934: Lastre commemorative sulla ex Casa del Popolo
Da Bagnile si riparte su via Rovescio svoltando a destra in via San Giorgio lungo il quale si trova il cippo che ricorda Agapito Latini.
Dopo le scuole e la chiesa svoltiamo a sinistra in via Montaletto e sotto la tettoia del Bar Aurora (ex Casa del Popolo) troviamo le lastre commemorative che ricordano le vittime del nazifascismo a San Giorgio.
Cippo ai caduti di Gattolino
Ripartiamo da San Giorgio e attraversiamo con cautela la via Cervese in località Calabrina, proseguiamo dritto alle successive due rotonde e ci troviamo di fronte al cippo che rappresenta la quarta tappa dove oltre a Gino e Urbano Sintoni, che ritroveremo più avanti tra le vittime della fucilazione alla Rocca di Cesena, vengono ricordate altre quattro vittime dei nazifascisti originarie di Gattolino.
Il castello, la comunità, Ilario Fioravanti e la Casa dell’Upupa
Sorrivoli, con il suo castello e la comunità che vi alberga, rappresenta un rifugio e una speranza. Un rifugio, dalla frenesia della città, e una speranza, che il mondo possa muoversi diversamente da come siamo abituati a credere. Siamo a 9 Km da Cesena, proprio sopra la Valle dell’Urgon, in mezzo a vigneti e orti. Arroccati sul crinale di una collina miriamo dall’alto la Romagna.
https://www.sorrivoli.it/
La Casa dell’Upupa, così denominata da alcune upupe che vi fanno il nido, si trova nella valle del fiume Savio ai piedi dell’antico castello di Sorrivoli. La casa fu acquistata negli anni ’60 da Ilario Fioravanti, architetto, scultore, disegnatore, incisore e scrittore, per crearvi il rifugio per sé e per le sue opere.
https://www.casedellamemoria.it/it/le-case-associate/ilario-fioravanti.html
Scavato nella roccia di tufo al di sotto della rocca malatestiana per scampare ai bombardamenti
In cima a via Belvedere, la ripida salita che ci porta a Longiano ci troviamo di fronte all’ingresso del rifugio bellico di Longiano che attraversa completamente il borgo fino a sbucare dalla parte opposta.
Fu scavato nella primavera del 1944 all’avvicinarsi del Fronte come riparo dai bombardamenti degli Alleati; poteva contenere fino a duemila persone e a sua volta è separato dalla sovrastante piazza Malatestiana da oltre 20 metri di terreno. I lavori iniziarono dalla Porta del Ponte, per la vicinanza di un’aia in cui trasportare la terra. Il tracciato non è rettilineo, poiché lo scavo fu eseguito senza strumenti di precisione.
All’interno, ai lati della galleria, sono state scavate alcune nicchie per fornire ai nuclei famigliari un minimo di intimità. In una di queste nicchie sono custoditi reperti bellici ritrovati nel territorio.
La fattoria bike friendly
Situata a metà percorso la Family Farm Gobbi è una occasione unica per gustare i sapori del territorio.
Olio, salumi e formaggi abbinati a miele e frutta spalmabile e ancora dolci artigianali e castagne al liquore, il tutto accompagnato da ottimi vini sangiovese superiore e pagadebit.
E’ consigliata la prenotazione ai numeri:
Nicolas +39 333 7947404
Giulia +39 349 4429680
https://familyfarmgobbi.com/it_it/blog/
La ripida scalata fino a piazza Matteotti
La pregevole opera Fontana delle Farfalle è stata ideata dall’artista Tonino Guerra e inaugurata nel 2003.
È divenuta uno dei simboli di Sogliano al Rubicone; rappresenta un grido contro l’orrore della guerra e un canto alla vita.
In una vasca circolare di marmo nero è adagiata una farfalla in mosaico, sopra la quale si intrecciano getti d’acqua. “Sopra un tappeto, arrivato in Romagna dal deserto africano, alcune farfalle vogliono staccarsi e prendere il volo” – Tonino Guerra.
Dove il mondo finisce
“E mond e fnes a Montcudroz!”. Per i cesenati il mondo finiva qui. Una volta raggiunti si capisce bene il perché di questo modo di dire: è un luogo fuori dagli itinerari ordinari e si ha l’impressione che il tempo si sia fermato. Che un luogo così ameno sia stato quasi totalmente raso al suolo dai bombardamenti della seconda guerra mondiale è tanto incredibile, quanto il fatto che ancora oggi si continui a sganciare bombe.