Dove il mondo finisce

“E mond e fnes a Montcudroz!”. Per i cesenati il mondo finiva qui. Una volta raggiunti si capisce bene il perché di questo modo di dire: è un luogo fuori dagli itinerari ordinari e si ha l’impressione che il tempo si sia fermato. Che un luogo così ameno sia stato quasi totalmente raso al suolo dai bombardamenti della seconda guerra mondiale è tanto incredibile, quanto il fatto che ancora oggi si continui a sganciare bombe.

La ripida scalata fino a piazza Matteotti

La pregevole opera Fontana delle Farfalle è stata ideata dall’artista Tonino Guerra e inaugurata nel 2003.
È divenuta uno dei simboli di Sogliano al Rubicone; rappresenta un grido contro l’orrore della guerra e un canto alla vita.
In una vasca circolare di marmo nero è adagiata una farfalla in mosaico, sopra la quale si intrecciano getti d’acqua. “Sopra un tappeto, arrivato in Romagna dal deserto africano, alcune farfalle vogliono staccarsi e prendere il volo” – Tonino Guerra.

Timbro e carica di energie

Il primo e l’ultimo luogo che incontrerete lungo tutti i percorsi è mitico e nel cuore di tutti i cesenati: il @chiosko_giardini_savelli
Potete scegliere se fermarvi a timbrare alla partenza o all’arrivo, in ogni caso oltre a timbrare la tessera di cicloresistenti, sapranno ristorarvi con le loro loverie (dolci e salate per ogni gusto) o con una meritata birretta!

La fattoria bike friendly

Situata a metà percorso la Family Farm Gobbi è una occasione unica per gustare i sapori del territorio.
Olio, salumi e formaggi abbinati a miele e frutta spalmabile e ancora dolci artigianali e castagne al liquore, il tutto accompagnato da ottimi vini sangiovese superiore e pagadebit.
E’ consigliata la prenotazione ai numeri:
Nicolas +39 333 7947404
Giulia +39 349 4429680
https://familyfarmgobbi.com/it_it/blog/

Scavato nella roccia di tufo al di sotto della rocca malatestiana per scampare ai bombardamenti

In cima a via Belvedere, la ripida salita che ci porta a Longiano ci troviamo di fronte all’ingresso del rifugio bellico di Longiano che attraversa completamente il borgo fino a sbucare dalla parte opposta.
Fu scavato nella primavera del 1944 all’avvicinarsi del Fronte come riparo dai bombardamenti degli Alleati; poteva contenere fino a duemila persone e a sua volta è separato dalla sovrastante piazza Malatestiana da oltre 20 metri di terreno. I lavori iniziarono dalla Porta del Ponte, per la vicinanza di un’aia in cui trasportare la terra. Il tracciato non è rettilineo, poiché lo scavo fu eseguito senza strumenti di precisione.
All’interno, ai lati della galleria, sono state scavate alcune nicchie per fornire ai nuclei famigliari un minimo di intimità. In una di queste nicchie sono custoditi reperti bellici ritrovati nel territorio.

Il castello, la comunità, Ilario Fioravanti e la Casa dell’Upupa

Sorrivoli, con il suo castello e la comunità che vi alberga, rappresenta un rifugio e una speranza. Un rifugio, dalla frenesia della città, e una speranza, che il mondo possa muoversi diversamente da come siamo abituati a credere. Siamo a 9 Km da Cesena, proprio sopra la Valle dell’Urgon, in mezzo a vigneti e orti. Arroccati sul crinale di una collina miriamo dall’alto la Romagna.
https://www.sorrivoli.it/

La Casa dell’Upupa, così denominata da alcune upupe che vi fanno il nido, si trova nella valle del fiume Savio ai piedi dell’antico castello di Sorrivoli. La casa fu acquistata negli anni ’60 da Ilario Fioravanti, architetto, scultore, disegnatore, incisore e scrittore, per crearvi il rifugio per sé e per le sue opere.

https://www.casedellamemoria.it/it/le-case-associate/ilario-fioravanti.html